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Descrizione

La valle del Torrente Barescione ebbe i suoi primi abitanti già nel paleolitico, quando gruppi di cavernicoli provenienti dalla vicina Val Varatella si stanziarono nella tana della Bosa, presso l'acqua del Rio Ponte. I romani per tenere a bada le tribù locali, spesso ribelli, dovettero arroccarsi su posizioni fortificate. Una di queste fu il torrione roccioso attorno al quale nacque il "Burgus Plebis" di Balestrino; numerose monete romane furono trovate sull'antica mulattiera.
Dopo questo primo insediamento, comparvero nell'alto medioevo i primi nuclei di abitato verso il fondo valle, quali la Fasciola, il Fossato, il Pozzo, da cui partì la colonizzazione di tutta la vallata, fino a costituire il nucleo di Bergalla, sede dei primi signori della zona. L'agricoltura a terrazza, con le colture dell'olivo, dei cereali e dei legumi si estese sui ripidi fianchi delle montagne: conquista dovuta al perfezionarsi della tecnica dei muri a secco "Maxei" che consentì di sottrarre la poca terra fertile al rovinoso lavorio delle acque vadose.
Nell'epoca feudale furono signori della valle di Balestrino prima i Bava, che ebbero il loro rustico-castello sulle pendici della rocca Curaira, poi i Marchesi del Carretto i quali innalzarono intorno alla metà del '500 il primo nucleo del castello che esiste tutt'oggi. Il turrito maniero fu teatro nel XVI secolo di una congiura che vide protagonisti gli stessi Balestrinesi, foraggiati da figli illegittimi del marchese, ed il feudatario stesso. Il cruento evento ebbe come risultato l'assassinio di Pirro II e l'incendio del castello; in seguito a ciò, l'erede del marchesato, ripreso il potere, istituì nuove leggi, un tribunale su cui ancora oggi svetta il "Pilone", simbolo di potere dei Signori e strumento di tortura dei condannati; dopo quei fatti, toponimi come "Pian delle Forche" sono ancora oggi ricordati ed in uso.

Sotto il dominio dei Del Carretto, Balestrino, capitale di vasti feudi, si arricchì di mulini, frantoi, fornaci da calce e saponificio; la Chiesa plebana di Sant'Andrea, eretta al centro del Borgo, sostituì quella San Giorgio Campestre, restaurata in epoca recente, nella quale troneggiano meravigliosi affreschi del XIV secolo. Per parecchi secoli il marchesato rimase un'isola indipendente entro il territorio della Repubblica di Genova, Stato con il quale i feudatari, vassalli peraltro dei Savoia, avevano convenzioni per quanto concerneva la moneta e la giustizia. Per un certo periodo nel castello funzionò persino una piccola tipografia che stampò statuti e convenzioni per diverse comunità.

Alla fine del XVIII secolo, durante l'occupazione francese, Balestrino fu teatro di drammatici eventi. Nell'imminenza della Battaglia di Loano (1795) attorno al Castello si svolsero aspri combattimenti ed il paese fu oggetto di una sanguinosa rappresaglia che costò molte vittime alla popolazione. Dopo il periodo napoleonico, l'ex feudo seguì le sorti del resto della Liguria, prima con l'annessione al Piemonte, quindi al Regno d'Italia.

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